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venerdì 9 settembre 2011

Israele nel calderone mediorientale


Israele nel calderone mediorientale di Ettore Lomaglio Silvestri
da www.go-bari.it


Gerusalemme - Agosto, come tutti sanno, è il mese più caldo dell’anno per chi vive nell’emisfero boreale. Chi segue le vicende mediorientali sa anche che agosto non solo è caldo meteorologicamente ma anche politicamente. Infatti molte delle battaglie che da diplomatiche sono sfociate in armate, sono cominciate proprio ad agosto. Senza differenziazioni. 
Quest’anno la consuetudine non ha trovato eccezione. Oltre alla guerra in Libia e alla situazione in Siria, incastonati nella cosiddetta “primavera araba”, anche nello scenario che più ci interessa sta succedendo qualcosa di grave. Infatti Hamas, considerata organizzazione terroristica ma anche forza politica di maggioranza nella Striscia di Gaza, dopo aver sottoscritto un accordo con Fatah, l’altro importante partito palestinese che è sovrano in Cisgiordania (Territori Occupati Palestinesi), ha deciso di sospendere la tregua con Israele e ricominciare i suoi attacchi. 
Sono quindi ricominciati i lanci di razzi, gli attacchi suicidi e non solo, che hanno provocato diversi morti tra gli israeliani. Questi hanno risposto, commettendo purtroppo l’errore di uccidere un egiziano e quindi giocandosi l’importante alleanza che era forte con il presidente Hosni Mubarak ma che ora vacilla. 
Insomma lo scenario a Gaza è ritornato incandescente, proprio in questo momento cruciale. Si avvicina infatti la riapertura della sessione plenaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, quella in cui verrà presentata la richiesta unilaterale dell’Autorità Nazionale Palestinese di essere riconosciuti come Membro Permanente della stessa Assemblea e quindi come Stato indipendente. 
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo auspicato che questa richiesta non venisse presentata, in quanto creerebbe una pericolosa crisi diplomatica. Abbiamo auspicato la riapertura del dialogo fra Israele e ANP, in modo da definire di comune accordo i punti cruciali in discussione (come i confini e il rientro dei profughi palestinesi). E’ stata questa anche l’iniziativa di 150 parlamentari italiani guidati dall’on. Fiamma Nirenstein, presidente dell’Assemblea dei Parlamentari Ebrei nel mondo e vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati. 
Ma, a quanto pare, a meno di un mese dall’apertura delle Sessione Plenaria, sono veramente pochi gli Stati contrari al riconoscimento unilaterale della Palestina. Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Palestinese, è fermamente deciso a presentare la richiesta, forte degli oltre 130 voti (ossia Stati) che la sosterranno, incurante del “NO” fermo degli Stati Uniti, dell’Italia e di qualche altro Stato.
Ricapitolando, vediamo una forte offensiva di Hamas, alla quale Israele ha risposto ma per cui sta rimanendo sempre più sola, circondata da Stati arabi in fermento e di cui non si sa se diventeranno più democratici o più fondamentalisti. Vediamo anche una Palestina che va dritta per la sua strada, sicura dell’appoggio della maggioranza dei governi che non vedono di buon occhio la supremazia statunitense o l’orgoglio israeliano. 
Da tutto questo si estrapola anche che il governo di Benjamin Nethanyahu potrebbe essere ormai agli sgoccioli, incapace di sostenere il dissenso interno e anche quello internazionale. Ecco perché qualcuno ritiene che, all’Assemblea Permanente delle Nazioni Unite che si terrà il 20 settembre prossimo, sia meglio mandare non il Primo Ministro, ormai poco credibile, bensì il ben più autorevole Presidente Shimon Peres.
Questo articolo è sotto licenza Creative Commons Atttribuzione 

giovedì 14 luglio 2011

Palestina ed ISraele: la lunga strada verso la Pace

Il link per il mio ultimo editoriale

Negli ultimi giorni cresce lo sconforto dopo le dichiarazioni del primo ministro israeliano Nethanyahu il quale ritiene che il conflitto non finirà mai. Ma ora la patata bollente è nelle mani delle Nazioni Unite. Analizziamo il perché con un breve excursus storico.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite è nata dalle ceneri della Società delle Nazioni. Il sogno di Woodrow Wilson, polverizzato dalla seconda guerra mondiale, rinasce come una fenice grazie all’impegno sorto dopo la conferenza di Yalta. Nel corso della sua storia ha svolto un poderoso compito stanza di compensazione fra i suoi membri, ma, soprattutto, è stato fondamentale per il riconoscimento di ogni nazione.
Nel 1947, con la risoluzione 181, decise, a conclusione del Mandato britannico nella Palestina, che dovevano nascere due Stati, all’incirca delle stesse dimensioni (16mila kmq Israele e 14mila kmq la Palestina), in cui sarebbero vissuti i due popoli già presenti sul territorio.
Lo Stato di Israele si costituì immediatamente, e, nel corso degli anni, attraverso guerre, invasioni, trattati, road map e altre risoluzioni delle Nazioni Unite, ha raggiunto il suo attuale status di unica potenza democratica nel mondo arabo, all’avanguardia in ogni settore dalla medicina all’ingegneria, dalla cultura allo sport.
La Palestina, invece non è mai nata. Quel territorio di 14mila kmq che era previsto nella risoluzione 181 non è mai esistito. Ma, oggi, nelle sue due componenti della Cisgiordania (West Bank) e della Striscia di Gaza, essa richiede a gran voce il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite senza un accordo preventivo sui confini e su tutte le altre problematiche, con Israele.
L’Assemblea Permanente delle Nazioni Unite, un organo simile al Parlamento in cui ogni Stato membro ha un rappresentante, mentre l’Autorità Nazionale Palestinese ha lo status di osservatore, si riunirà nuovamente in sessione plenaria a settembre e discuterà immediatamente la richiesta ufficiale presentata a questo riguardo. Molto probabilmente ci sarà la maggioranza necessaria, visto che già oltre cento stati riconoscono la Palestina come Stato, ma questo non vuol dire che filerà tutto liscio.

Infatti gli Stati Uniti d’America, come già sappiamo, sono fermamente contrari a questo riconoscimento unilaterale che scatenerebbe quello che è già stato definito uno “tsunami diplomatico”. Per esempio la Palestina potrebbe chiedere ad Israele il risarcimento per oltre quarant’anni di occupazione dei propri territori. Già il presidente Barack Obama ci ha assicurato personalmente che avrebbe fatto di tutto per evitare questo scontro. Ora, con il Segretario di Stato Hillary Clinton, ha deciso di utilizzare il suo diritto di veto al Consiglio di Sicurezza. Infatti quest’ultimo organo (simile ad un “Politbjuro”), costituito da cinque Stati permanenti  ed altri temporanei, deve fornire, prima del voto dell’Assemblea, una raccomandazione affinché venga discussa l’ammissione di un nuovo Stato alla stessa.

I cinque Membri permanenti hanno ciascuno il diritto di veto. Questo, nel corso della guerra fredda, è stato esercitato spesso in senso negativo, specie nei momenti più bui degli scontri USA-URSS e USA-CINA, ma oggi potrebbe evitare un disastro. Gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere la collaborazione anche degli altri Membri Permanenti in modo da dare una sensazione non di contrasto alla politica palestinese, ma di fermezza riguardo la necessità di un accordo con Israele su frontiere, rientro dei coloni e dei profughi palestinesi ecc.ecc.

Resta il fatto che, come extrema ratio, Barack Obama potrà esercitare da solo il diritto di veto ed evitare che il Consiglio di Sicurezza faccia questa “raccomandazione” e così l’Assemblea non potrà votare il riconoscimento unilaterale dello Stato della Palestina.
Importante è rilevare che lo Stato della Palestina ha tutto il diritto di esistere, ma non dovrà mai avere come obbiettivo la distruzione dello Stato di Israele.

sabato 21 maggio 2011

Pace in Medio Oriente: Obama è con noi

Signore e Signori il presidente degli Stati Uniti d'America ha chiesto ufficialmente che nascano due Stati, uno israeliano ed uno palestinese, in base ai confini del 1967. Barack Hussein Obama, accogliendo quanto già chiesto da Jimmy Carter con gli accordi di Camp David, accogliendo quanto già chiesto dal sottoscrtto, promotore della Pace fra Israele e Palestina, chiede ufficialmente la Pace su confini già stabiliti.
Noi, Italiani, cosa abbiamo? Non un premier impegnato a fare bonifici per donne squillo, ma un Presidente della Repubbica, che meriterebbe più poteri, che dichiara ad alta voce che la Palestina avrà una sua Ambasciata a Roma. Questo è merito della diplomazia italiana, nata quando S.E. Giulio Terzi di Sant'Agata era a Tel Aviv  e diventata matura ora che Luigi Mattiolo è Ambasciatore in Israele. E' merito del ministro Franco Frattini, impegnato seriamente in questo percorso.
Sapete, nella Farnesina si parla di tante cose e le mura altissime (oltre cinque metri) rendono tutto più difficile. Ma quando vi è qualcosa di vero è serio le mura non rimbombano ma rinforzano. Ecco perché la Pace non è un semplice rimbombo ma un grande riecheggiare.
In questo periodo, caratterizzato dalla rivoluzione araba, è fondamentale per Israele accogliere le spinte che giungono dai Paesi Arabi.In uno scenario definito in base al rinunciare da parte degli Stati Uniti d'America alla difesa di Israele se non si accoda alla richiest internazionale di una Pace con Hamas ed al -Fatah, non potrebbe esser possibile sostenere una Pace duratura. Noi chiediamo che Israele, e speriamo che ascolti la nostra richiesta con tutta la forza che il nostro Paese ha guadagnato, sostenga un percorso di Pace accettando l'accordo che al-Fatah ha fatto con Hamas, e accolga quello che le Nazioni Unite le stanno chiedendo.
Due Popoli, israeliani e palestinesi, in due Stati, Israele e Palestina, Liberi per sempre.
L'Italia ha avut il coraggio di accettarlo. Lo faccia Benjamin Netanyahu. Lo faccia Mahmoud Abbas. E Barack Obama sostenga il tutto!!!

http://www.go-bari.it/notizie/editoriale/2499-pace-in-medioriente-obama-e-con-noi.html

venerdì 15 aprile 2011

La morte di Vittorio Arrigoni non sia inutile

L'assassinio barbaro di Vittorio Arrigoni da parte dei salafiti,
ultraestremisti palestinesi, ci ha profondamente scossi. Al di là
delle sue posizioni non propriamente vicine ad Israele, noi
consideriamo questo gesto come il punto di svolta. Noi auspichiamo che
l'intero mondo possa rendersi conto che, nel dialogo di pace fra
Israele e Palestina, vi sono delle entità che disturbano con le armi
questo dialogo ma che non possono essere prese sul serio. E' come se
in Italia avessimo preso come interlocutore internazionale le Brigate
Rosse.
Noi invitiamo il governo israeliano e quello di Hamas a cogliere
questo messaggio. Devono continuare nel loro percorso di pace in
memoria di Vittorio Arrigoni come in quella di Ytkah Rabin e di tutti
quei cittadini israeliani e palestinesi che sono morti per questa
assurda guerra. Devono applicare la Risoluzione 181 delle Nazioni
Unite. Niente muri fra Israele e Palestina, ma solo frontiere come fra
ogni Stato libero. Sopratutto raccolgano l'invito del mondo arabo a
processare e distruggere questi movimenti ultraestremisti.
La Shoah ci ha insegnato una cosa fondamentale. Siamo tutti uguali. Al
di là del popolo colpito, non possiamo uccidere o discriminare
qualcuno solo per la nazionalità o per il colore della pelle o per la
religione o per il sesso o quant'altro.
Invitiamo i governi del mondo a sostenere questo dialogo di Pace.
Ettore Lomaglio Silvestri
Comitato Rabin-Arafat per la Pace in Medio Oriente

The barbaric murder of Vittorio Arrigoni by Salafis, Palestinian
extremists, has deeply shaken. Beyond his positions right next to
Israel, we consider this gesture as the turning point. We hope that
the whole world will realize that the peace talks between Israel and
Palestine, there are entities that interfere with the weapons but that
this dialogue can not be taken seriously. It 's like if we had taken
in Italy the Red Brigades International as a partner.
We urge the Israeli government and Hamas to seize this message. Must
continue on their path of peace in memory of Vittorio Arrigoni Ytkah
as in that of Rabin and all those Israelis and Palestinians who have
died for this senseless war. Must conform to United Nations Resolution
181. No walls between Israel and Palestine, but only as boundaries
between each free state. Above all, will receive the invitation of the
Arab world to try and destroy these movements ultraestremisti.
The Holocaust taught us one important thing. We are all equal. Beyond
the people affected, we can not kill or discriminate against someone
just for the nationality or skin color or religion or sex or whatever.
We call on world governments to support this dialogue of peace.
Ettore Silvestri Lomaglio
Rabin-Arafat Committee for Peace in Middle East


هزت عميق القتل الهمجي لفيتوريو اريجوني من السلفيين والمتطرفين
الفلسطينيين. وراء مواقفه بجوار إسرائيل ، ونحن نعتبر هذه البادرة كنقطة
تحول. ويحدونا الأمل في أن العالم كله سوف ندرك أن محادثات السلام بين
اسرائيل وفلسطين ، وهناك كيانات التي تتداخل مع الأسلحة ولكن هذا لا يمكن
هذا الحوار تؤخذ على محمل الجد. انها مثل واذا كنا قد اتخذت في ايطاليا
كتائب الأحمر الدولي كشريك.
ونحن نحث الحكومة الاسرائيلية وحماس للاستيلاء على هذه الرسالة. يجب أن
تستمر في طريقها للسلام في ذكرى فيتوريو اريجوني Ytkah كما هو الحال في
أن رابين ، وجميع هؤلاء الاسرائيليين والفلسطينيين الذين لقوا حتفهم في
هذه الحرب التي لا معنى لها. يجب أن تتفق مع قرار الأمم المتحدة رقم 181.
لا الجدران بين إسرائيل وفلسطين ، ولكن فقط كما الحدود بين كل دولة حرة.
قبل كل شيء ، وسوف تتلقى دعوة من العالم العربي في محاولة لتدمير هذه
ultraestremisti الحركات.
تدريس المحرقة لنا شيء واحد مهم. نحن جميعا متساوون. أبعد من الأشخاص
المتضررين ، لا نستطيع قتل أو تنطوي على تمييز ضد شخص ما لمجرد لون الجلد
أو الجنسية أو الدين أو الجنس أو أيا كان.
ونحن ندعو حكومات العالم لدعم هذا الحوار السلام.
إتوري سيلفستري Lomaglio
رابين وعرفات لجنة السلام في الشرق الأوسط

הרצח הברברי של ויטוריו Arrigoni ידי Salafis, הקיצונים הפלסטינים, יש
מזועזעת עמוקות. מעבר לעמדות ממש ליד ישראל שלו, אנו רואים את המחווה
הזאת כנקודת מפנה. אנו מקווים כי העולם כולו יבין את שיחות השלום בין
ישראל לבין פלסטין, קיימים גופים שמפריעים נשק אלא כי הדיאלוג הזה לא
יכול להילקח ברצינות. זה כמו שאם היינו נלקחה באיטליה הבריגדות האדומות
הבינלאומי כשותף.
אנו קוראים לממשלת ישראל לחמאס לתפוס את המסר הזה. חייבים להמשיך בדרכם
של השלום לזכרו של ויטוריו Arrigoni Ytkah כמו זה של רבין ואת כל אלה
ישראלים ופלסטינים שנהרגו במלחמה הזו חסרת טעם. חייבת להתאים החלטת האו"ם
181. אין חומות בין ישראל לבין פלסטין, אלא רק הגבולות בין כל מדינה
חופשית. מעל לכל, יקבל את ההזמנה של העולם הערבי כדי לנסות ולהרוס אלה
ultraestremisti תנועות.
השואה לימדה אותנו דבר אחד חשוב. אנחנו שווים בכל. מעבר האנשים המושפעים,
אנחנו לא יכולים להרוג או להפלות מישהו רק בגלל צבע העור או לאום או דת
או מין או כל דבר אחר.
אנו קוראים לממשלות בעולם כדי לתמוך זה דיאלוג של שלום.
אטורה סילבסטרי Lomaglio
ועדת רבין, ערפאת לשלום במזרח התיכון


Le assassiner barbare de Vittorio Arrigoni par salafistes, les
extrémistes palestiniens, a profondément ébranlé. Au-delà de ses
positions à droite à côté d'Israël, nous considérons ce geste comme le
point tournant. Nous espérons que tout le monde se rendra compte que
les pourparlers de paix entre Israël et la Palestine, il ya des
entités qui interfèrent avec les armes, mais que ce dialogue ne peut
pas être pris au sérieux. C'est comme si on avait pris en Italie, les
Brigades rouges en tant que partenaire international.
Nous exhortons le gouvernement israélien et le Hamas à saisir ce
message. Doit continuer sur la voie de la paix à la mémoire de
Vittorio Arrigoni Ytkah comme dans celui de Rabin et tous ceux
Israéliens et Palestiniens qui sont morts pour cette guerre insensée.
Doivent être conformes à la Résolution 181 des Nations Unies. Pas de
murs entre Israël et la Palestine, mais seulement que les frontières
entre chaque Etat libre. Surtout, recevront l'invitation du monde
arabe pour tenter de détruire ces ultraestremisti mouvements.
L'Holocauste nous a appris une chose importante. Nous sommes tous
égaux. Au-delà des personnes touchées, nous ne pouvons pas tuer ou de
discriminer quelqu'un juste pour la couleur de nationalité ou de la
peau ou la religion ou le sexe ou autre chose.
Nous appelons les gouvernements du monde entier à soutenir ce dialogue
de la paix.
Ettore Silvestri Lomaglio
Comité Rabin-Arafat pour la paix en Moyen-Orient


Варварское убийство Витторио Арригони от салафитов, палестинские
экстремисты, глубоко потрясен. За свои позиции в непосредственной
близости от Израиля, мы рассмотрим этот жест как поворотный момент. Мы
надеемся, что весь мир поймет, что мирные переговоры между Израилем и
Палестиной, Есть лица, которые сталкиваются с оружием, но, что этот
диалог не может восприниматься серьезно. Это как если бы мы взяли в
Италии международной Красных бригад "в качестве партнера.
Мы настоятельно призываем правительство Израиля и "Хамас", чтобы
захватить это сообщение. Должны продолжать на их пути мира в память о
Витторио Арригони Ytkah как в этом Рабина и всех тех израильтян и
палестинцев, которые погибли за эту бессмысленную войну. Должны
соответствовать Организации Объединенных Наций резолюции 181. Никакие
стены между Израилем и Палестиной, но только в качестве границы между
свободном состоянии. Прежде всего, получит приглашение арабского мира,
чтобы попытаться разрушить эти движения ultraestremisti.
Холокост учит нас одна важная вещь. Мы все равны. Помимо людей,
пострадавших, мы не можем убить или дискриминацию в отношении кого-то
только для национальности или цвета кожи, религии или пола или что
угодно.
Мы призываем правительства стран мира поддерживать этот диалог мира.
Этторе Сильвестри Lomaglio
Рабина-Арафата комитета по вопросам мира на Ближнем Востоке

Die barbarische Ermordung von Vittorio Arrigoni von Salafisten,
palästinensische Extremisten hat zutiefst erschüttert. Neben seiner
Position rechts neben Israel, betrachten wir diese Geste als
Wendepunkt. Wir hoffen, dass die ganze Welt wird erkennen, dass die
Friedensgespräche zwischen Israel und Palästina gibt es Einheiten, die
mit den Waffen stören aber, dass dieser Dialog kann nicht ernst
genommen werden. Es ist wie wenn wir in Italien ergriffen die Roten
Brigaden International als Partner.
Wir fordern die israelische Regierung und die Hamas auf diese
Nachricht zu ergreifen. Muss weiterhin auf ihrem Weg des Friedens in
Erinnerung an Vittorio Arrigoni Ytkah wie in jenem von Rabin und alle,
die Israelis und Palästinenser, die für diesen sinnlosen Krieg
gestorben sind. Muss der Vereinten Nationen die Resolution 181
entsprechen. Keine Mauern zwischen Israel und Palästina, sondern nur
als Grenzen zwischen den einzelnen Zustand. Vor allem erhalten die
Einladung der arabischen Welt zu zerstören versuchen diese Bewegungen
ultraestremisti.
Der Holocaust hat uns eine wichtige Sache. Wir sind alle gleich.
Jenseits der betroffenen Menschen, können wir nicht töten oder zu
diskriminieren jemand nur für die Nationalität oder Hautfarbe,
Religion oder Geschlecht oder was auch immer.
Wir appellieren an die Regierungen der Welt, diesen Dialog des
Friedens zu unterstützen.
Ettore Silvestri Lomaglio
Rabin-Arafat Komitee für Frieden in Nahost
arrigoni