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martedì 20 settembre 2011

Al Ministro degli Esteri italiano


Carissimo signor Ministro,
ho appena letto il comunicato stampa pubblicato sul sito del Ministero, e sono veramente contento di ritrovare nelle sue parole, le mie. Sono infatti perfettamente d'accordo sulla necessità che l'Unione Europea, parlando con una sola Voce, sia d'accordo con gli Stati Uniti nell'opporsi al riconoscimento unilaterale della Palestina. Le motivazioni sono state da Lei sintetizzate in pochi e precisi concetti, ossia "Cosa succederà dopo?" Di certo si fermerà il processo di pace e comincerà una situazione di forte tensione. Di certo Israele perderà quel prestigio e quel potere che le è rimasto, nonostante la perdita dei suoi migliori alleati (Egitto, Siria, Turchia, Giordania) a causa della primavera araba.
Per evitare questo dobbiamo seguire un'azione su due fronti. Su quello palestinese per cercare di scongiurare questo colpo teatrale che potrebbe sconquassare gli equilibri a partire da sabato prossimo. Su quello israeliano per spronare il governo in carica a riprendere il dialogo con l'ANP, senza dire no "a priori" o minacciare ritorsioni o quant'altro.
Il popolo palestinese ha il pieno diritto di avere uno Stato, ma nella certezza di poter dopo vivere tranquillo e, quindi, dopo un accordo serio e condiviso sui confini, sui profughi e sullo status di Gerusalemme.
Il popolo israeliano ha il diritto di vivere pacificamente sul proprio Stato, senza paura di attacchi terroristici o quant'altro.
Non si può vivere in uno stato di guerra permanente...
Quindi, come promotore del Comitato Rabin-Arafat per la Pace, Le chiedo di proseguire su questa strada diplomatica,
Le invio in allegato Le mie due ultime lettere al governo palestinese e a quello israeliano,
La saluto cordialmente,
Ettore Lomaglio Silvestri
Comitato per la Pace Rabin-Arafat

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