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venerdì 13 maggio 2011

Gerusalemme-al Quds Città Aperta

Dal 14 al 17 maggio il Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano, sarà in visita ufficiale nello Stato di Israele. Conosciamo la particolare sensibilità dell’Italia per il popolo israeliano e sappiamo che la visita del Capo dello Stato non sarà un semplice scambio di convenevoli. Come sappiamo lo Stato di Israele è l’unica enclave non musulmana, circondata da Paesi che stanno vivendo un profondo sconvolgimento. Abbiamo recentemente sostenuto, proprio su queste colonne, la necessità per Israele di valutare positivamente l’accordo fra Hamas ed al-Fatah, per dare un segnale di distensione molto importante agli Stati musulmani e per non restare isolata da tutte quelle Nazioni del mondo che ritengono che quell’accordo renderà più “politici” i membri di Hamas e non più “terroristici” quelli di al-Fatah.
Per questi motivi abbiamo scritto oggi al Consigliere Particolare del Presidente dott. Arrigo Levi e al Portavoce dott. Pasquale Cascella, della cui amicizia ci onoriamo, affinché chiedano al Capo dello Stato di portare questo messaggio durante il suo viaggio.
Certamente la situazione, passando ad uno sguardo sullo scenario mediorientale, sta vivendo forti contrasti per due eventi che vanno in senso opposto. Il primo è l’uccisione di Osama Bin Laden. Questa vittoria per gli Stati non terroristici dell’Occidente, che va a memoria delle vittime dell’11 settembre 2001, sta creando enormi tensioni nel mondo musulmano. Sappiamo tutti che solo una piccola parte di chi professa la religione maomettana, sono fondamentalisti, ed un ancor minor parte prende la via del terrorismo. Ma questo duro colpo inferto alla parte più radicale, ossia i talebani, creerà sconvolgimenti interni ed esterni. I primi perché combatteranno fra loro per decidere chi sarà il nuovo capo, i secondi perché cominceranno a vendicarsi fortemente come dimostrano i 90 soldati uccisi da un “kamikaze” ieri in Pakistan.Il rischio è quindi di una radicalizzazione del conflitto, di un rafforzamento delle ragioni delle frange più violente, con severe ripercussioni anche sui giochi di forza fra Hamas ed al-Fatah.
Il secondo evento si enuclea nella serie di viaggi che il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta facendo per convincere le Nazioni più potenti a sostenere il suo piano di pace. Netanyahu sta incassando risposte sia buone che cattive, tutte con la scriminante dell’inizio di un effettivo percorso di pace. Rileviamo infatti come, mentre Le Figaro, parlando dell’incontro con il presidente francese Sarkozy, evidenzia la buona notizia dell’intenzione di quest’ultimo di organizzare una conferenza per le trattative fra Israele e Palestina entro il prossimo mese, il Jerusalem Post afferma che sia il premier inglese David Cameron che il presidente francese sono intenzionati ad appoggiare la richiesta del presidente palestinese Abu Mazen di ottenere l’indipendenza e quindi lo status di membro nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in maniera unilaterale.
Quest’ultimo evento, senza che vi sia un serio accordo fra Netanyahu e Abu Mazen, creerebbe forti tensioni nella zona, come abbiamo già evidenziato, e seri problemi per Israele.
Capiamo, quindi, da questa analisi, quanto sia importante ed urgente decidere per Israele. Soprattutto, decidere di accettare l’accordo fra Hamas ed al-Fatah e cominciare serie trattative, affinché non sia più soltanto una tregua, ma una vera e propria Pace, con uno Stato di Israele e uno Stato di Palestina. Risolvendo, magari, il problema di Yerushalaim-alQuds dopo quattordici secoli, rendendola Città Aperta.
 Ettore Lomaglio Silvestri

http://www.go-bari.it/notizie/editoriale/2390-gerusalemme-citta-aperta.html

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